
Mauro Carta: “Donne e giovani i più colpiti da salari indegni”
Nel cuore della Festa del Lavoro, cresce la povertà lavorativa in Sardegna e il presidente delle ACLI Sardegna, Mauro Carta, ha lanciato un appello forte e chiaro: il lavoro, da solo, non basta più a garantire una vita dignitosa. Nonostante la crescita dell’occupazione in Italia, aumenta la povertà lavorativa, e in Sardegna la situazione è tra le peggiori del Paese. “Serve una risposta concreta, strutturata, che coinvolga politica, imprese e territori”, ha dichiarato Carta, intervenendo all’incontro “Il mondo del lavoro, luogo di speranza”, organizzato in occasione del Giubileo dei lavoratori.
Occupazione in crescita, ma anche disuguaglianze
Secondo i dati dell’Istituto IREF delle ACLI, il 10,2% dei lavoratori italiani guadagna meno del 60% della retribuzione mediana. In Sardegna, questa percentuale sale al 14,3%, una delle più alte a livello nazionale. Carta sottolinea: “In dieci anni i lavoratori poveri sono aumentati del 55%. Se guardiamo solo ai numeri macroeconomici, perdiamo il quadro reale del disagio sociale”. Il divario territoriale resta profondo: in Basilicata, ad esempio, è tre volte più probabile ottenere un contratto a basso reddito rispetto alla Lombardia.
Povertà lavorativa in Sardegna: i giovani e donne pagano il prezzo più alto
Le categorie più colpite dalla povertà lavorativa in Sardegna – come altrove – sono le donne e i giovani. “Il 70% in più degli under 30 è intrappolato in lavori poveri rispetto agli over 50”, osserva Carta. Inoltre, l’11,6% delle donne guadagna meno di 726 € al mese, contro il 5,3% degli uomini. Un dato allarmante che si traduce in precarietà, ritardi nei progetti di vita e calo demografico. “Anche i giovani con titoli elevati faticano a entrare nel mercato e, quando lo fanno, trovano stipendi insufficienti”, aggiunge.
Serve una svolta nelle politiche del lavoro
Per contrastare la povertà lavorativa in Sardegna, Carta propone un approccio integrato: “Occorrono politiche differenziate per territori e target, incentrate su formazione continua, incentivi e partecipazione delle imprese”. Secondo il presidente, le soluzioni calate dall’alto spesso ignorano le reali esigenze regionali. “Senza un cambio di passo, continueremo a vedere milioni di lavoratori occupati ma poveri. È una battaglia per la dignità”, conclude.
Intervista a cura di Nicola Scano
La Strambata del 02-05-2025
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