6 Maggio 2025
Tutti i grattacapi di Unicredit tra Banco Bpm e Commerzbank


Che cosa succede in Italia e in Germania a Unicredit

I dubbi per Andrea Orcel ora aumentano. Le possibilità che Unicredit riesca a portare a termine l’ops su Banco Bpm sono in calo, ma sembrano diminuire anche quelle relative all’operazione sulla tedesca Commerzbank. Riguardo la prima, infatti, Piazza Gae Aulenti potrebbe optare per un passo indietro per via delle stringenti condizioni imposte con il Golden Power da Roma. Mentre riguardo la seconda, il prossimo governo di Berlino (che ha avuto oggi peraltro uno stop al Bundestag) ha al suo interno alcune figure che in passato si sono mostrate più che scettiche rispetto all’avanzata di Unicredit, presieduta da Piercarlo Padoan, nella banca tedesca. I nodi, quindi, sono molti.

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GLI OSTACOLI DEL GOVERNO ITALIANO PER UNICREDIT SU BANCO BPM

“Facciano quello che vogliono”, è stata la risposta lapidaria data ieri dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (Lega). La domanda riguardava proprio lo stato d’animo del governo italiano su possibili dietrofront di Unicredit sull’ops su Banco Bpm. Parole brusche, emblematiche di come il governo Meloni, e in particolare la Lega, guardi al tentativo della banca guidata da Orcel di prendere il controllo di Piazza Meda. Il governo di Giorgia Meloni vorrebbe che Banco Bpm rientrasse in qualche modo nel ‘terzo polo bancario’.

Una nuova entità, italiana, che partendo da Monte dei Paschi di Siena e inglobando altri istituti dovrebbe cercare via via di ridurre il gap con Intesa Sanpaolo e con la stessa Unicredit. L’esecutivo – nonostante la timida contrarietà di Forza Italia – ha imposto dure prescrizioni tramite lo strumento del golden power. Tra cui la cessazione delle attività della banca in Russia, un determinato livello tra prestiti e depositi dei clienti, il divieto di diminuire gli investimenti di Anima in titoli di Stato. Mosse che hanno lasciato molte perplessità, a livello di forma e di sostanza, come evidenziato dall’avvocato Luca Picotti, dell’Osservatorio Golden Power.

Bloomberg ieri ha poi riportato come il governo non abbia nessuna intenzione di allentare le condizioni. Anche perché “Roma non vede alcuna ragione per facilitare l’acquisto del rivale più piccolo da parte di Unicredit”, si legge su Bloomberg. Quindi, l’ipotesi di un possibile ritiro da parte di Orcel è reale.

I DUBBI DELLA GERMANIA SU COMMERZBANK

Per l’amministratore delegato di Unicredit, poi, i grattacapi arrivano anche dalla Germania. Piazza Gae Aulenti è salita fino al 28% di Commerzbank e ha incassato il via libera sia da parte della Banca centrale europea sia dall’Antitrust per salire fino al 30%. Unicredit ha però voluto aspettare il cambio della guardia a Berlino, con l’ingresso del nuovo governo tedesco, visto che Olaf Scholz era uscente da mesi.

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Oggi doveva essere il giorno dell’elezione del nuovo cancelliere Friedrich Merz e il neo ministro delle Finanze è Lars Klingbeil, uno dei leader dei socialdemocratici. Ma il Bundestag non ha votato la fiducia al governo di coalizione tra conservatori della Cd-Csu e Spd. Solo 310 voti a favore rispetto ai 316 necessari.

Klingbeil non ha mai preso particolari posizioni su Unicredit ma dietro di lui c’è chi lo ha fatto. Il nuovo sottosegretario alle Finanze, infatti, sarà (se lo stop di oggi sarà superato) Michael Schrodi, già portavoce per la politica finanziaria del Bundestag. In un suo intervento di gennaio sul Berliner Zeitung, Schrodi aveva sottolineato il carattere “insolito e aggressivo” dell’azione di Unicredit su Commerzbank. “Le acquisizioni ostili sono giustamente rare e generalmente inappropriate nel mondo bancario, un settore in cui la fiducia gioca un ruolo fondamentale”, aveva rimarcato il nuovo sottosegretario.

E ancora: “Vogliamo anche banche forti e indipendenti” in Germania, “perché le decisioni sui prestiti per le piccole e medie imprese tedesche dovrebbero essere prese in Germania”. E qui, come sottolineato oggi dal Giornale, qualcuno potrebbe scorgere un’apertura a Unicredit solo nel caso di un trasferimento della sede del futuro gruppo in Germania. Ad ogni modo, Orcel dovrà inevitabilmente interfacciarsi con il ministero delle Finanze, con Schrodi, con Klingbeil o chi per loro. Ma il rischio che per Unicredit il percorso in Commerzbank diventi più accidentato ora sembra aumentato.



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