10 Maggio 2025
quattro donne, quattro imprese, una direzione


Game set match

Nel cuore della sesta edizione di Herconomy, il panel intitolato “Game, set, match” ha acceso i riflettori su quattro protagoniste dell’imprenditoria italiana. Un confronto autentico, denso di contenuti, che ha raccontato non solo la trasformazione dei modelli di leadership, ma anche la fatica, la strategia e la visione necessarie per portare avanti imprese solide, innovative e resilienti.

A guidare il dialogo è stato Alfonso Ruffo, giornalista esperto e voce autorevole dell’economia del Mezzogiorno, che ha introdotto le ospiti senza retorica, affidando al racconto diretto delle imprenditrici il compito di mostrare – con lucidità e senza concessioni – cosa significhi oggi fare impresa, essere donne in ruoli apicali e contribuire al cambiamento culturale e organizzativo dei propri settori.

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Ha aperto il panel Ludovica Zigon, consigliera d’amministrazione e direttrice commerciale del Gruppo Getra, azienda di riferimento nella produzione di trasformatori elettrici di grande potenza, con un export che rappresenta la gran parte del fatturato. Quarta generazione alla guida dell’impresa di famiglia, Zigon ha raccontato il proprio ingresso in un contesto fortemente tecnico e a prevalenza maschile, sottolineando come l’equilibrio tra competenze, ascolto e capacità di visione le abbia permesso di conquistare il proprio spazio senza rompere gli equilibri, ma trasformandoli gradualmente. Lavorando sull’internazionalizzazione e sull’inclusione di nuove figure professionali, anche femminili, ha contribuito a portare il gruppo ben oltre la media nazionale in termini di rappresentanza di genere, fino al 35% nel 2024.

A seguire, Sara Merlo, responsabile dei servizi legali e affari generali di Autosped G, ha tracciato il profilo di un gruppo che va oltre la logistica: 26 società attive in ambiti che spaziano dal trasporto intermodale alla trasformazione del pomodoro, passando per l’energia e il settore petrolifero. In un contesto industriale ancora caratterizzato da numeri diseguali – solo 14 donne su 1800 autisti – Merlo ha evidenziato le strategie messe in campo per favorire l’accesso e la permanenza delle donne nel mondo del lavoro: dalla creazione di un’academy per formare nuove autiste alla sottoscrizione di un protocollo con le principali sigle sindacali per integrare la parità di genere nelle relazioni industriali. Anche lo sport è diventato un veicolo di cultura: il gruppo sponsorizza una squadra femminile di basket che milita in A1, trasformando il campo in un luogo simbolico di rappresentazione e inclusione.

Infine, ha portato la sua voce anche Caterina Meglio, amministratrice delegata di Materias, e poi la fondatrice di Uomo e Ambiente, realtà nata ventuno anni fa in una stanza di casa e oggi attiva nella consulenza ESG. In un passaggio particolarmente sentito, è stato chiarito che il nome dell’azienda non allude al genere maschile, ma all’essere umano, nella sua relazione profonda e responsabile con l’ambiente. Un’impresa nata ben prima che la sostenibilità diventasse un trend da cavalcare, e che da sempre lavora per applicare – prima di promuovere – i principi di equilibrio tra progresso economico, ambientale e sociale. Un cammino fatto di coerenza, visione e applicazione quotidiana dei valori.

Il panel ha restituito un’immagine potente della leadership femminile: concreta, multilivello, consapevole dei limiti del presente ma capace di ridisegnare gli spazi del possibile. Nessuna scorciatoia, nessuna esaltazione forzata: solo il lavoro, l’attenzione, la fatica, e una visione del fare impresa che integra performance e persone. È in questo intreccio che si gioca – davvero – la partita.

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