13 Maggio 2025
39mila imprese manifatturiere hanno realizzato tra il 2021 e il 2022 almeno una scelta sostenibile



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Il report si concentra sulle imprese con almeno 10 addetti. L’azione sostenibile più praticata è il monitoraggio ambientale


Sono 39 mila le imprese manifatturiere con almeno 10 addetti che dichiarano di aver realizzato, tra il 2021 e il 2022, almeno un’azione utile a migliorare la propria sostenibilità ambientale. È questo il dato che emerge dal rapporto Istat pubblicato lo scorso 5 maggio dal titolo “Sostenibilità ambientale e performance economica delle imprese manifatturiere”.

Secondo l’Istituto di statistica, l’azione più diffusa tra le imprese è quella del monitoraggio ambientale, realizzato dal 36,8% delle aziende manifatturiere con almeno 10 lavoratori.

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Scelte di sostenibilità che, rileva l’istituto, si sono tradotte anche in benefici economici per le imprese. Secondo il report, infatti, gli investimenti in questo senso hanno generato benefici su uno dei fronti più critici per l’industria italiana, quello della produttività. Dai dati – scrive Istat – emerge “la presenza di una relazione positiva tra sostenibilità e produttività, che è tuttavia limitata alle sole imprese che risultano maggiormente impegnate nella tutela dell’ambiente”. Un risultato che evidenzia come i modelli attenti all’impronta ambientale “contribuiscono alla riduzione dei costi” con effetto positivo sulla produttività.

A essere più attente all’ambiente sono le imprese manifatturiere, che, secondo lo studio, mostrano una maggiore sensibilità al tema rispetto agli altri settori. Infatti, tra il 2021 e il 2022, il 59% delle imprese manifatturiere dichiara di aver realizzato almeno un’azione per migliorare la sua sostenibilità, a differenza degli altri comparti, dove la percentuale scende al 45,2.

Andando più a fondo, la quota di imprese che ha realizzato almeno una scelta strategica legata alla sostenibilità è del 55,4% tra le piccole imprese, quelle, cioè che hanno tra i 10 e i 49 addetti, il 75,3% delle medie imprese (con 50-249 addetti), e si raggiunge il 90,2% tra le grandi imprese (oltre i 250 lavoratori).

Nel focus sono anche indicate le scelte fatte dalle imprese: il 43,4% di queste ha deciso di concentrarsi sulla predisposizione di piani per il miglioramento dell’efficienza energetica, il 35% ha intrapreso azioni di miglioramento per quanto riguarda l’uso di materiali riciclati e il 30% delle aziende ha rivolto la propria attenzione sull’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Non solo, il 29,9% degli impianti ha monitorato i consumi idrici, il 20,9% ha valutato l’impatto ambientale dei propri fornitori e il 15,5% ha riutilizzato e riciclato acque di scarico.

Secondo Istat, l’85,6% delle imprese compie al massimo 4 scelte di sostenibilità e l’intervento più diffuso è il monitoraggio ambientale (56,7%), seguito dalla predisposizione di piani per il miglioramento dell’efficienza energetica (35,6%) seguite da uso di materiali riciclati, uso di fonti energetiche rinnovabili e monitoraggio di consumi idrici.

Sono le grandi imprese quelle che mostrano un raggio d’azione più ampio rispetto alle scelte sostenibili che sono riuscite a mettere in atto, ma ciò che più colpisce dal rapporto è che “proprio i comparti definiti più inquinanti come appunto Chimica, Minerali non metalliferi, Coke e derivati del petrolio e Metallurgia, anche a seguito di una maggior spinta regolamentare, mostrano un livello di investimento in macchinari, apparecchiature e fonti energetiche alternative superiore alla media del settore e del resto dell’economia italiana”.

In conclusione, l’Istituto di statistica, traccia anche un dato che evidenzia un “effetto positivo e statisticamente significativo tra le iniziative di sostenibilità adottate dalle imprese e la loro crescita economica, limitato però alle aziende che presentano un elevato orientamento alla sostenibilità ambientale. Questo risultato sottolinea il ruolo che, sull’intera popolazione di imprese, ha avuto l’approccio proattivo sul tema della sostenibilità, basato su strategie articolate su un ampio ventaglio di pratiche con, al centro, le energie da fonte rinnovabile e l’economia circolare”.





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