19 Maggio 2025
L’Austria punta sulle startup grazie anche al nuovo governo


Il nuovo governo austriaco, in carica da circa due mesi e frutto di una coalizione, ha, per la prima volta, una figura istituzionale dedicata alle startup. Si tratta della segretaria di Stato Elisabeth Zehetner (nella foto) il cui incarico ufficiale è segretaria di Stato per l’energia, le startup e il turismo. “Prima di assumere questo incarico – dice a Startupbusiness – lavoravo per la camera di commercio austriaca e ho coordinato i lavori di un think tank dedicato alla relazione tra business, innovazione e climatetech, ora il mio compito è sostenere lo sviluppo delle imprese innovative in Austria partendo da un terreno che ha già dimostrato di essere fertile e che ha permesso, fino a ora, la nascita di sei unicorni: Bitpanda, Cpadata, TTTech Auto, Refurbed, Tricentis, Loxone e che si basa su dati che considero molto importanti: 41% delle startup sono già in regime di profittabilità, 19% sono fondate da imprenditori che vengono dall’estero, i posti di lavoro creati sono circa 30mila a cui si aggiunge il fatto che in Austria sono presenti circa 400 multinazionali alcune delle quali hanno deciso di insediare qui i loro uffici per tutto il mercato DACH (Germania, Austria, Svizzera, ndr) e CEE (Europa centrale e orientale, ndr)”. A questo si aggiungono iniziative verticali su intelligenza artificiale come la AI Factory della TU Wien, l’università tecnologica di Vienna, e il centro di ricerca sulle lifescience.

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Dal 2013, in Austria sono state fondate più di 3.700 startup, con una media di circa 370 nuove imprese all’anno. I maggiori finanziamenti del 2024 hanno coinvolto Gropyus (100 milioni di euro), Storyblok (74 milioni di euro) e Prewave (63 milioni di euro). Il settore dell’IT e sviluppo software ha rappresentato di gran lunga la percentuale maggiore (30%) delle nuove startup fondate lo scorso anno, come mostra rileva l’Austrian Startup Monitor. Il 17% può essere classificato come startup deeptech. Anche la quota di startup nel settore delle lifescience, tradizionalmente un punto di forza dell’economia austriaca, ha registrato un forte aumento nell’anno precedente, arrivando a rappresentare il 14% delle nuove imprese, secondo il Life Science Report Austria. Dal 2022, la quota di fondatori internazionali in Austria è aumentata di quattro punti percentuali, raggiungendo il 19% nel 2024. L’Austria è lo Stato membro dell’UE leader per quanto riguarda le startup femminili: nel 2024 il 22% delle nuove imprese è stato fondato da donne e almeno una donna è coinvolta nel 37% delle startup. 

Forte di questi numeri Zehetner intende accelerare anche sulla creazione del fondo di fondi, con il potenziale supporto del Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), capace non solo di coinvolgere nel processo di finanziamento delle startup veicoli di investimento, compresi quelli istituzionali, ma anche favorire l’attrattività da parte di investitori internazionali: “L’obiettivo è fare in modo che le startup austriache anche in fase di crescita possano scalare senza lasciare il Paese, perciò vogliamo rendere più semplice l’impianto burocratico e potenziale la formula della FlexCo che consente di costituire facilmente le imprese innovative facendo, per esempio, in modo che tutti i documenti necessari siano disponibili anche in inglese“. FlexCo (di cui abbiamo scritto qui ) è formalmente attiva dall’inizio dello scorso anno e oggi sono già 700 le imprese operative nate con tale formula.

La segretaria di Stato ha anche in programma di lavorare con i suoi omologhi all’interno della UE al fine di accelerare un processo che possa favorire lo sviluppo di un framework europeo a sostegno delle startup: “Credo che i rapporti firmati da Draghi e Letta siano importanti nel definire la direzione, sono convinta che dobbiamo essere molto ambiziosi perché l’ambizione non è un lusso ma una necessità, dobbiamo lavorare sia a livello locale sia a livello di Unione Europea anche nel definire le best practice, per esempio stiamo guardando come altri Paesi hanno declinato il concetto di fondo di fondi, stiamo coinvolgendo anche le grandi imprese con particolare attenzione a settori come il biotech e il greentech e il fatto di avere la competenza anche su turismo ed energia è un ulteriore valore, e ci coordiniamo con le università, i programmi accelerazione e puntiamo a costruire, anche attraverso la formazione, una sempre più solida mentalità da Paese che considera le startup fondamentali”.

Già oggi più della metà delle startup in Austria (52%) riceve sovvenzioni pubbliche che a loro volta, facilitano l’accesso successivo a investimenti in venture capital. Si registra un dinamismo crescente anche nel corporate venturing, con iniziative come Verbund X e Red Bull Ventures, inoltre LlAustria è tra i primi tre Paesi dell’UE per finanziamenti diretti alla ricerca e allo sviluppo a partire dal credito di imposta del 14% per la ricerca e anche grazie al lavoro di Austrian Business Agency (ABA) che dal 2020, ha assistito 181 startup e scaleup internazionali nell‘apertura o espansione della loro attività in Austria, numero in continua crescita, queste aziende hanno finora investito 295 milioni di euro in Austria, creando oltre 1.160 nuovi posti di lavoro. “ABA è il primo punto di contatto per le startup e i fondatori internazionali, sa cosa serve per affermarsi nella competizione globale. ABA supporta le imprese lungo tutto il processo di insediamento, le mette in contatto con partner di ricerca e di business e offre numerosi servizi, gratuitamente, in quanto agenzia pubblica”, sottolinea la segretaria di stato che, come anche ABA, fa capo al ministero Federale per l’Economia, l’Energia e il Turismo (BMWET)

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L’incontro con la segretaria di stato è avvenuto nel corso di ViennaUp, il festival dedicato alle startup che Vienna ospita ogni anno e che ha uno dei suoi punti di riferimento nella giornata che ospita l’evento Connect Day che è stato aperto dagli interventi di Florian Frauscher del BMWET, Bernhard Sagmeister managing director di Austria Wirtschafts service (AWS) e Werner Müller di FFG Austrian research promotion agency. Si tratta di tre realtà istituzionali che già lavorano in sinergia e nel solco delineato dalla segretaria di Stato, per esempio AWS già investe in fondi di venture capital sia austriaci sia internazionali che però investono anche in startup austriache. L’idea è quella di attirare startup anche dall’estero e anche da fuori Europa con particolare attenzione all’Asia che hanno già mostrato grande interesse nel scegliere l’Austria come base per le loro operazioni in Europa. A dare forza al Connect Day anche la presenza, oltre che di ABA e della Vienna Business Agency, di Erste Bank che secondo uno dei suoi manager, Maximilian Clary, è oggi l’unica banca in Austria a fornire un servizio dedicato per i fondatori di startup fino dai loro primi passi e di Nvidia, A1 Telekom, Lilly Ventures di Eli Lilly, Verbund X Venture, Infineon e Magna che si sono presentate con la formula del reverse pitch, quindi il pitch fatto dalle corporate e dagli investitori, e la presenta di EIT Manufacturing.

Startup e investitori

Alcune delle startup internazionali già attive in Austria hanno raccontato, sempre nel corso del Connect Day, la loro esperienza come per esempio la francese Electra che, spiega il country manager Sébastien Aldegué, sta realizzando una rete europea di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, nata nel 2021 a Parigi è operativa in Austria dal 2023 e la sua rete è presente in 10 Paesi, c’è poi la lettone Fermentful che produce alimenti innovativi che ha scelto l’Austria come base per l’espansione in Europa, il venture capital CalmStorm che, spiega Stephanie Urbanski, managing director e COO, fa co-investimenti early stage in startup healthtech in tutta Europa, in particolare si concentra su startup che digitalizzano il settore della sanità, dispone di due fondi da 40 milioni di euro complessivi, ha già deliberato 80 investimenti con un ticket medio di 200mila euro e poi Speedinvest, uno dei principali veicoli di investimento austriaci che ha già investito in 400 aziende dove lavora Markus Lang in veste di general partner che spiega come sia fondamentale “sbloccare il meccanismo volto a coinvolgere nell’investimento in startup realtà come i fondi pensione, i trust per avere maggiore disponibilità di capitali e quindi fare maggiore investimenti, oggi le startup che scalano sono quasi costrette ad andare verso gli USA, come hanno fatto per esempio Spotify e Revolut, che va pure bene perché così possono crescere più rapidamente, ma i ritorni finanziari di tali investimenti poi non restano in Europa ed è questo aspetto che noi dobbiamo potenziare, fare in modo che si inneschi il ciclo virtuoso di capitali europei che investono in aziende europee, che le facciano crescere e che poi ne raccolgano i frutti per fare quindi ulteriori investimenti”.

Una delle aziende austriache che sta dimostrando di essere decisamente promettente e che solo un anno fa ha chiuso un round serie B da 63 milioni di euro guidato da Hedosophia e con la partecipazione di Creandum, Ventech, Kompas, della stessa Speedinvest e di Working Capital Fund che erano già nel capitale, è Prewave.

“La nostra tecnologia migliora la gestione della supply chain – spiega la co-fondatrice e co-CEO Lisa Smith -, consente di ridurre tutti i possibili problemi lungo la catena logistica e permette alle imprese di raggiungere più rapidamente gli obiettivi legati alla sostenibilità. Ciò è possibile grazie alla interfaccia in linguaggio naturale capace di comprende gli eventi di rischio in tantissime lingue e di farlo in tempo reale e ovunque nel mondo”. La soluzione di Prewave è adottata da aziende come Lufthansa, Toyota, Ferrari e consente di avere una visione sempre aggiornata e completa di tutto ciò che avviene lungo l’intera supply chain, quindi non solo sui fornitori diretti ma anche a più livelli: “l’unicità della soluzione è che risolve al medesimo tempo sia le questioni legate ai rischi sia quelle legate all’impatto ambientale e siamo gli unici a farlo inoltre è tutto basato su cloud, facile da utilizzare, consente di ridurre le attività con alto livello di pericolo per gli operatori umani, di rendere le organizzazioni più rapidamente aderenti alle normative cosa che si traduce nell’avere organizzazioni più efficienti che riescono a risparmiare milioni di euro in modo immediato e visibile e che quindi possono crescere, non si tratta quindi di sostituire il lavoro umano ma di riorganizzare i processi in modo intelligente e di sbloccare nuove risorse che consentono di creare nuovi posti di lavoro”.

Prewave è al momento concentrata sul mercato europeo con la sede a Vienna, un ufficio in Francia e ha iniziato a lavorare all’espansione negli USA dove ha già alcuni clienti e da lavoro a 230 persone: “La nostra modalità di offerta è di tipo Saas, di solito facciamo accordi triennali e ci rivolgiamo soprattutto ai settori dell’automotive, delle linee aree, delle assicurazioni, e a quello bancario, l’automotive è il nostro vero core-business e la nostra soluzione sta contribuendo in modo concreto a fare in modo che l’industria europea dell’automobile mantenga la sua competitività anche in uno scenario come quello attuale in forte cambiamento e che comunque richiede anche agli operatori extraeuropei di adeguarsi alle norme che ci sono da noi per potere operare nei nostri mercati. Disporre di una supply chain stabile è elemento fondamentale se poi, come nel nostro caso, ha la sostenibilità integrata appare chiaro che per i nostri clienti noi diventiamo un vero e proprio partner perché siamo anche molto flessibili e quindi capaci di adattare le nostre soluzioni alle sfide del mercato, di reagire in modo rapido ai cambiamenti e quindi di continuare a migliorare la nostra piattaforma”. (foto: BKA Andy Wenzel)

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