
Gli incredibili risultati di una ricerca sulla senilità pubblicata a Oxford
Una metanalisi pubblicata di recente su Age and Ageing, rivista internazionale dedicata alla ricerca clinica applicata all’invecchiamento umano, ha esaminato la potenziale correlazione tra il timore di cadere e l’effettivo rischio di caduta negli anziani. Lo studio, basato sull’analisi di dati relativi a circa 75 mila persone, suggerisce che la paura non è solo una conseguenza delle cadute: potrebbe esserne una causa. Anche al netto di variabili fisiche come l’età o precedenti incidenti.
Cadute accidentali, fattori di rischio
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I fattori che contribuiscono al rischio di caduta sono numerosissimi. Oltre all’età avanzata, giocano un ruolo determinante le condizioni socio-economiche, la presenza di malattie croniche, le terapie farmacologiche, la ridotta massa muscolare, l’osteoporosi e i disturbi visivi. A questi, andrebbero aggiunti anche gli elementi di natura psicologica. La ricerca evidenzia come la paura possa infatti influenzare la percezione e la sicurezza nei movimenti, e aumentare così la probabilità di perdere l’equilibrio.
La paura fa cadere: lo studio
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Gli studiosi hanno rilevato che i partecipanti che dichiaravano di avere timore di cadere riportavano un tasso di cadute significativamente più alto. Un’associazione che sembra essere di tipo causale. “Questo aumento del rischio è stato osservato anche dopo aver tenuto conto di altri fattori fisici importanti quali età , cadute pregresse e problemi di equilibrio. Ciò significa che la preoccupazione per le cadute non è solo un riflesso della fragilità fisica, ma un fattore indipendente che influenza le cadute future”, ha commentato Kim Delbarere, coordinatrice dello studio presso la Neuroscience Research Australia. In buona sostanza, l’eccessiva attenzione a ogni movimento, generata dalla paura, può alterare la deambulazione e compromettere ulteriormente la stabilità .
Rischio di cadute: il costo sociale
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Le cadute rappresentano una delle principali cause di disabilità negli anziani, con rilevanti implicazioni sanitarie ed economiche: interventi chirurgici, ricoveri e necessità di assistenza pesano in modo significativo sui sistemi sanitari. Il problema è tutt’altro che trascurabile: secondo i dati del programma Sorveglianza Passi d’argento dell’Istituto Superiore di Sanità , le cadute coinvolgono circa una persona su sei tra i 65 e i 74 anni e addirittura una su tre tra gli over 85.
affrontare la paura di cadere
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Gli autori dello studio sottolineano che la paura non va ignorata né minimizzata. Anzi, la prima cosa da fare è proprio identificarla tempestivamente e isolarla. “Esercizio fisico, terapia cognitivo-comportamentale e terapia occupazionale possono aiutare a ridurre il rischio di cadute. Identificando precocemente i timori relativi alle cadute e altri fattori di rischio e fornendo gli interventi giusti, possiamo aiutare gli anziani a rimanere attivi, indipendenti e sicuri della propria mobilità , migliorando in definitiva la loro qualità di vita”, conclude Delbarere. La chiave? Sta in un approccio integrato, che tenga anche conto degli aspetti psicologici.
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