
L’adozione dell’IoT nelle PMI, nonostante i progressi tecnologici e la diffusione di questo paradigma, continua a incontrare delle criticità. Il problema, prima ancora che tecnologico, è culturale: si tende a concepire l’IoT come la risposta a esigenze specifiche, come la gestione remota di un impianto, senza abbracciare una reale visione d’insieme.
Progetti IoT nelle PMI: le cause di una visione limitata
La visione delle PMI ha radici profonde. Da un lato, c’è il timore di interferire con la continuità operativa dei sistemi esistenti; dall’altro, si ritiene che un approccio più esteso e integrato possa richiedere investimenti decisamente superiori.
Il vero obiettivo dovrebbe essere quello di costruire un ecosistema di dati che abbracci l’intera azienda e che abiliti, anche attraverso tecnologie innovative (AI), l’ottimizzazione operativa, l’aumento della produttività e la capacità di rispondere ai trend di mercato, dalla personalizzazione alla gestione dei microlotti, fino alla riduzione del time to market.
“Spesso il punto di partenza di un progetto IoT è un’esigenza molto specifica, come la remotizzazione di un impianto – ci spiega Giuseppe Caspani, CEO di SAEP ICT Engineering – ma manca ancora una visione sistemica. Non è così diffusa l’idea di costruire una piattaforma capace di integrare dati da fonti eterogenee, abilitare il controllo e la supervisione di processi complessi e un’overview dell’ecosistema aziendale”. Il paradosso è evidente: mentre l’attenzione si concentra sull’intelligenza artificiale, ci si dimentica che senza un ecosistema di dati solido, ogni progetto rischia di rimanere scollegato dalla realtà.
Come sviluppare progetti IoT efficaci
SAEP ICT affronta solitamente due tipi di progetti IoT: quelli in cui il produttore intende rendere i propri dispositivi connessi, e quelli in cui l’azienda manifatturiera punta alla digitalizzazione delle fabbriche interconnettendo i macchinari già presenti.
Nel secondo caso, uno degli ostacoli è l’eterogeneità tecnologica presente negli stabilimenti. Alcuni macchinari sono dotati di connettività e funzionalità avanzate, mentre quelli più datati rendono disponibile solo un set minimo di informazioni: stato, consumi, temperatura, pressione e poco altro. Ciò determina il problema di cui sopra: si percepisce il potenziale di un progetto IoT, ma lo si teme a causa della sua complessità.
Eppure è proprio da questo contesto che può nascere una visione sistemica. Come spiega Caspani, la vera esigenza non è fare “tutto” su qualsiasi macchina, ma costruire un’overview capace di valorizzare anche i dati più semplici. Se ogni asset, anche a un livello minimo, fosse connesso e interrogabile, ci sarebbe la possibilità di raccogliere dati, storicizzarli, analizzarli e trasformarli in insight utili per la produzione e per il business. Disporre di informazioni permette anche di interagire con le macchine, supervisionarle, inviare parametri o programmazioni.
SAEP ICT affronta questi progetti con un metodo chiaro: “Non abbiamo l’arroganza di presentarci con la soluzione pronta. Ascoltiamo l’esigenza, ne comprendiamo i contorni e le possibili estensioni, e forniamo la ‘cassetta degli attrezzi’ con cui sviluppiamo una soluzione end-to-end, personalizzata sulla realtà del cliente”, racconta Caspani.
Il primo passo è dunque l’ascolto e la raccolta dei requisiti. Segue una fase di analisi, spesso con il coinvolgimento diretto della divisione tecnica del cliente, per definire gli obiettivi concreti del progetto. Da lì si passa allo sviluppo della soluzione, alla prototipazione, all’implementazione e infine alla gestione.
Questo approccio, per quanto solido sul piano metodologico, non basta però a risolvere la percezione di complessità. Per rendere realmente accessibile e scalabile la trasformazione, servono strumenti tecnologici finalizzati allo scopo, come Spin8 SmartHub.
Spin8 SmartHub: l’IoT modulare e scalabile
Quando decidono di avviare un progetto IoT, le aziende devono scegliere se optare per soluzioni verticali, veloci da implementare ma spesso rigide, oppure investire in progetti custom, personalizzabili ma onerosi in termini di tempo e risorse. Con Spin8 SmartHub, SAEP ICT propone una terza via, che rispetta le esigenze di personalizzazione ma “senza partire da zero”.
Spin8 SmartHub è una piattaforma edge-to-cloud basata su un’architettura modulare, che combina una base collaudata con un’elevata capacità di personalizzazione. Alla base del sistema, ci spiega Caspani, si trova un layer core che gestisce le funzionalità trasversali: dall’autenticazione alla gestione dello storage, dalle pipeline di ingest e di trasformazione dati all’invio di notifiche multicanale. Su questa infrastruttura si innestano i moduli applicativi, che si sviluppano su più livelli.
I primi sono moduli general purpose, pensati per attività comuni come la condivisione dei file, la gestione dei ticket e il coordinamento dei relativi workflow. A questi si affiancano i moduli specialistici come quelli per la gestione della flotta di device e per la supervisione del loro ciclo di vita, ma anche componenti di comunicazione progettati per l’IoT (MQTT), essenziali per garantire lo scambio dati in ambienti con reti a bassa larghezza di banda.
SAEP ha poi sviluppato librerie e moduli per i dispositivi sul campo, che vanno dai Raspberry Pi ai PC industriali e che consentono di orchestrare i sensori e di interagire con l’infrastruttura.
Nelle intenzioni di SAEP ICT un approccio di questo tipo unisce flessibilità e rapidità di implementazione, riducendo la complessità tipica dei progetti IoT end-to-end. Bisogna poi considerare che in un progetto IoT entrano in gioco diverse competenze: dalla sensoristica all’elettronica, dallo sviluppo software alla gestione delle infrastrutture, fino al design delle interfacce utente. Da sempre SAEP ICT è specializzata nello sviluppo e nella gestione del software, ma si propone come unico interlocutore coordinando l’intervento di partner come progettisti elettronici, sistemisti o designer specializzati in interfacce innovative.
Occhi puntati sull’AI, ma solo dove serve
SAEP non si sottrae al trend dell’intelligenza artificiale, ma la adotta solo dove porta un reale valore aggiunto rispetto ad alternative più semplici da implementare. L’approccio è molto concreto: niente hype, solo soluzioni che non si possono ottenere in altro modo.
Detto questo, ci sono ambiti in cui l’adozione dell’AI è già una realtà. Per esempio, nel supporto agli operatori tramite assistenti intelligenti integrati nei sistemi di ticketing, oppure in casi d’uso esterni all’IoT che riguardano l’analisi di dati destrutturati, come documenti PDF. Internamente, poi, SAEP ICT sta utilizzando l’AI per supportare lo sviluppo software, valutando come alcuni task possano essere semplificati o accelerati grazie agli strumenti generativi.
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