
La Calabria figura tra le regioni più inefficaci d’Europa per qualità della pubblica amministrazione, secondo un’analisi dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre. Il rapporto denuncia una situazione pesante per le piccole e medie imprese (Pmi), costrette a fare i conti con una burocrazia opprimente che sottrae all’economia italiana circa 80 miliardi di euro ogni anno.
“Burocrazia ostacolo silenzioso ma devastante”
“La burocrazia è un ostacolo silenzioso ma devastante per il nostro sistema produttivo – afferma la Cgia – e colpisce in particolare le microimprese, soffocate da scartoffie, file agli sportelli e pratiche interminabili per ottenere anche solo un semplice documento”.
Normative complesse e Pa poco digitalizzata
Il dossier sottolinea che i tempi necessari per ottenere autorizzazioni e permessi sono tra i più lunghi d’Europa, a causa di una digitalizzazione ancora insufficiente. Questo crea un enorme danno per le aziende, costrette a investire tempo e risorse in adempimenti burocratici anziché nella produzione. Pur riconoscendo l’esistenza di eccellenze nella Pa italiana – come sanità, ricerca, università e forze dell’ordine – la macchina amministrativa risulta mediamente inefficiente, in particolare nel Mezzogiorno, dove la lentezza e l’inefficienza sono fenomeni diffusi.
Un primo passo: tagli a 30.700 vecchie leggi
Un segnale incoraggiante arriva dal Governo, che ha recentemente approvato un disegno di legge per eliminare oltre 30.700 normative obsolete, risalenti al periodo compreso tra il 1861 e il 1946. L’iniziativa, una volta conclusa l’iter parlamentare, porterà a una riduzione del 28% del corpo normativo attualmente in vigore. Una misura attesa da tempo, anche se non risolutiva.
Italia fanalino di coda in Europa
Secondo un’indagine della Banca Europea per gli Investimenti (Bei), il 90% delle imprese italiane impiega personale specifico per gestire gli obblighi burocratici. Nessun altro grande Paese Ue registra percentuali peggiori: in Francia si scende all’87%, in Germania all’84% e in Spagna all’82%. La media europea è dell’86%. Ancor più grave è che in Italia il 24% degli imprenditori afferma di utilizzare oltre il 10% del proprio organico per queste attività, contro il 14% in Francia e Spagna e l’11% in Germania. La media UE si attesta al 17%.
Le regioni italiane agli ultimi posti in UE
Dalla classifica elaborata nel 2024 dall’Università di Göteborg emerge una situazione allarmante: tra le 210 regioni europee, la migliore italiana è il Friuli Venezia Giulia, solo al 63° posto. Seguono Trento (81°), Liguria (95°) e Bolzano (96°).
Grave il posizionamento delle regioni del Sud: Puglia: 195ª, Calabria: 197ª, Molise: 207ª e Sicilia: 208ª. La regione più virtuosa in Europa è Aland (Finlandia), mentre il fanalino di coda è Severozapaden, in Bulgaria.
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